
Oggi trattiamo un argomento particolarmente importante per tutti gli esercenti che riguarda le modifiche introdotte di recente al credito d’imposta sulle commissioni relative ai pagamenti elettronici, in seguito alla conversione in legge (106/2021) del Decreto Sostegni-bis (DL 73/2021).
Ma andiamo con ordine.
L’agevolazione fiscale sulle commissioni POS è in vigore dallo scorso primo luglio 2020 (come previsto dall’articolo 22 del DL 124/2019) e consiste in un credito di imposta del 30%sulle commissioni pagate dall’esercente per i pagamenti effettuati dai clienti tramite carte di debito, di credito, prepagate ed altri strumenti di pagamento elettronico tracciabili.
La novità introdotta in questo 2021 consiste nel fatto che, per le commissioni maturate dal primo luglio 2021 al 30 giugno 2022, il cosiddetto Bonus POS viene innalzato dal 30% al 100%.
Come funziona e chi può beneficiare del credito d’imposta sulle commissioni POS
Le novità introdotte dal D.L. dello scorso 30 giugno 2021 (che ha l’obiettivo di incentivare e incrementare ulteriormente i pagamenti elettronici, facendo in modo che gli esercenti possano adeguare i loro strumenti) sono due e riguardano principalmente i parametri utilizzati per il calcolo della percentuale di credito di imposta applicabile.
Vediamole nel dettaglio.
1. Un nuovo credito d’imposta che varia dal 70% al 10% della spesa sostenuta per l’acquisto o noleggio di strumenti che consentono forme di pagamento elettronico:
2. Un credito d’imposta dal 100% al 40% della spesa sostenuta per l’acquisto o noleggio, nel corso dell’anno 2022, di strumenti evoluti di pagamento elettronico che consentano anche la memorizzazione elettronica e la trasmissione telematica dei dati dei corrispettivi.
L’agevolazione quindi spetta non solo a chi si dota di POS e di strumenti che consentono al cliente di pagare in modalità elettronica, ma anche a chi acquista strumenti evoluti di incasso e di pagamento.
La prima tipologia di credito d’imposta è riconosciuta agli esercenti attività d’impresa, arte o professioni che, dal primo luglio 2021 al 30 giugno 2022, acquistano, noleggiano o utilizzano strumenti che consentano ai clienti di pagare con bancomat, carte di credito o altri strumenti elettronici. Il bonus per l’acquisto spetterà a patto che questi strumenti si colleghino ai registratori di cassa.
L’importo del credito in questo caso è calcolato in base ai ricavi e ai compensi dell’esercente e, in ogni caso, viene riconosciuto nel limite massimo di 160 euro per soggetto, secondo i seguenti criteri:
• 70% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente siano inferiori a 200.000,00 euro;
• 40% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente siano compresi tra i 200.000,00 ed il 1.000.000,00 di euro;
• 10% per i soggetti con ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente superiori ad 1.000.000,00 di euro ma inferiori a 5.000.000,00.
La seconda tipologia di credito è riservata a chi acquista, noleggia o utilizza strumenti evoluti di pagamento elettronico che consentono anche la memorizzazione elettronica e la trasmissione telematica dei dati dei corrispettivi.
In questo caso il limite massimo di spesa per soggetto è di 320 euro e spetterà nelle seguenti misure:
– 100% ai soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente siano inferiori a 200.000,00 euro;
– 70% spetta ai soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente siano compresi tra i 200.000,00 ed il 1.000.000,00 di euro;
– 40% spetta ai soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente siano superiori a 1.000.000,00 di euro ma inferiori a 5.000.000,00.
Cosa fare per beneficiare del credito d’imposta
Il credito (di cui si può beneficiare solo nel rispetto delle condizioni e dei limiti già indicati) è utilizzabile esclusivamente in compensazione tramite Modello F24, a partire dal mese successivo a quello di sostenimento della spesa.
Per richiedere il credito d’imposta l’esercente deve seguire le indicazioni del proprio commercialista, consegnandogli la fattura del canone mensile e il riepilogo delle operazioni.
Sarà cura del commercialista comunicare, in via telematica, all’Agenzia delle Entrate, le informazioni necessarie per il controllo del credito d’imposta maturato dai singoli esercenti.
Per finire, è bene sottolineare che il credito d’imposta per le commissioni POS non concorre a formare reddito imponibile ai fini delle imposte sul reddito e dell’IRAP.