
La Legge di Bilancio 2021 ha prorogato fino al 31 dicembre 2022 il bonus per gli investimenti effettuati nel Mezzogiorno.
Si tratta di un beneficio che era atteso e che rappresenta un utile contributo ad incentivare le spese nell’ottica di favorire sviluppo e sostenere (o anche creare) “nuova occupazione”.
La misura (cioè la riapertura dei termini del bonus applicabile in passato) è stata prevista dall’art. 1 c. 171 e 172 del provvedimento di fine anno e consiste nella proroga del credito d’imposta riconosciuto alle imprese che acquistano beni strumentali nuovi che fanno parte di un progetto di investimento iniziale e destinati a strutture produttive situate nelle zone assistite delle Regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna e Abruzzo.
Le condizioni e i limiti di accesso, che indicheremo di seguito, rimangono invariate.
Il bonus investimenti al Sud
La Legge di bilancio 2016 ha previsto un credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali effettuati nel Mezzogiorno d’Italia (Bonus sud). La normativa riprende precedenti agevolazioni adottate per favorire lo sviluppo delle regioni del Sud. In particolare il bonus spetta per gli acquisti, facenti parte di un progetto di investimento iniziale, anche mediante leasing, di: macchinari, impianti e attrezzature varie destinati a strutture produttive nuove o già esistenti.
Il credito di imposta non trova applicazione per le imprese in difficoltà finanziaria e per quelle operanti nei seguenti settori: industria siderurgica, carbonifera, della costruzione navale, delle fibre sintetiche, dei trasporti e delle relative infrastrutture nonché della produzione e della distribuzione di energia e delle infrastrutture energetiche. Sono esclusi anche i settori del credito, della finanza e delle assicurazioni.
Il credito d’imposta richiedibile
La percentuale di agevolazione è legata alla dimensione dell’impresa che effettua l’investimento e dal territorio a cui lo stesso è destinato.
Per le regioni Calabria, Puglia, Campania, Sicilia, Basilicata, Sardegna l’agevolazione sui costi complessivi spetta nella misura massima del:
– 25 per cento per le grandi imprese (che occupano almeno 250 persone, il cui fatturato annuo è almeno pari a 50 milioni di euro o il cui totale di bilancio è almeno pari a 43 milioni di euro);
– 35 per cento per le medie imprese (che occupano almeno 50 persone e realizzano un fatturato annuo di almeno 10 milioni di euro);
– 45 per cento per le piccole imprese (che occupano meno di 50 persone e realizzano un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo non superiori a 10 milioni di euro).
Per le Regioni Abruzzo e Molise, l’intensità massima dell’aiuto è così stabilita:
– 10 per cento per le grandi imprese (che occupano almeno 250 persone, il cui fatturato annuo è almeno pari a 50 milioni di euro o il cui totale di bilancio è almeno pari a 43 milioni di euro);
– 20 per cento per le medie imprese (che occupano almeno 50 persone e realizzano un fatturato annuo di almeno 10 milioni di euro);
– 30 per cento per le piccole imprese (che occupano meno di 50 persone e realizzano un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo non superiori a 10 milioni di euro).
Per ciascun progetto d’investimento, la quota di costo complessivo dei beni agevolabili deve essere al massimo pari a 3 milioni di euro per le piccole imprese, a 10 milioni di euro per le medie imprese e a 15 milioni di euro per le grandi imprese.
Come richiedere il bonus
I soggetti che intendono avvalersi del credito d’imposta devono presentare apposita comunicazione all’Agenzia delle Entrate (AE), utilizzando l’apposito modello (https://bit.ly/3vPO6NS). La presentazione può essere effettuata direttamente dai soggetti abilitati o tramite i soggetti incaricati, esclusivamente in via telematica, attraverso l’apposito software disponibile gratuitamente sul sito AE (https://bit.ly/3BgJMYW).
Il credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione indicando l’operazione nel Mod. F24, con il codice tributo 6869. La compensazione deve essere effettuata esclusivamente utilizzando i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate (Entratel o Fisconline) e solo a partire dal quinto giorno successivo dalla data di rilascio della ricevuta che attesta la fruibilità del credito d’imposta.
Infine, un’ultima ma importante precisazione: il credito in esame può essere cumulato con il diverso credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali a condizione che la somma dei due benefici non causi il superamento del costo sostenuto per l’investimento, così come chiarito con la Risp. AE del 16 settembre 2020 n. 360.